Giovedì 02 Gennaio 2014, Comunicato Stampa
Sito del Comune di Roseto

Roseto. Il Tar Abruzzo L’Aquila, con le sentenze 52/2014 e 56/2014 dello scorso 23 gennaio, ha dato ragione al Comune di Roseto riguardo l’individuazione delle due nuove sedi farmaceutiche in località Borsacchio e Cologna Paese.

Il Tribunale ha cosi respinto i ricorsi promossi dalle Farmacie Chierichetti ed Eredi Di Bonaventura alla delibera di Consiglio Comunale n. 57/2012, con cui il Comune di Roseto aveva approvato l’individuazione delle due nuove sedi farmaceutiche sul territorio, in base al D.L. 1/2012.

Il Comune di Roseto, rappresentato e difeso dall’avvocato Patrizia Cartone, si è costituito in entrambi i ricorsi per difendere gli interessi dell’Ente sollevando le eccezioni di improcedibilità ed infondatezza che sono state accolte in pieno. In pratica il TAR ha giudicato corretto e legittimo l’operato dell’amministrazione a fronte delle evidenti esigenze della popolazione. “Sono molto soddisfatto perché il Tribunale ha confermato la piena legittimità e la correttezza dell’iter individuato e seguito dal Comune nel cercare di venire incontro alle esigenze della popolazione  e non agli interessi dei singoli”, sottolinea il sindaco di Roseto, Enio Pavone.

“L’obiettivo era quello di dotare i due territori di Cologna Paese e del Borsacchio di un servizio essenziale del quale erano sprovvisti. In particolare la collocazione di una nuova farmacia nel territorio di Cologna Paese va incontro alle richieste che ci erano state presentate proprio dal Consiglio di Quartiere: si tratta, a mio avviso, dell’ennesima dimostrazione dell’utilità e dell’importanza di questi organi che – conclude il primo cittadino – stanno lavorando per il bene dei propri territori”.

Sabato 25 Gennaio 2014, Il Centro
Via libera del Tar a due nuove farmacie

Roseto, respinto il ricorso di due farmacisti. Saranno aperte a Cologna Paese e in zona Borsacchio

Roseto

Fumata bianca per due nuove farmacie a Roseto. Il Tar ha infatti giudicato legittimo l’operato dell’amministrazione con cui il Comune di Roseto aveva deciso l’apertura di due nuove sedi farmaceutiche sul territorio, più precisamente in località Borsacchio e Cologna Paese. Il tribunale amministrativo regionale ha cosi respinto i ricorsi delle farmacie Chierichetti ed eredi Di Bonaventura contro la delibera del Consiglio con cui il Comune aveva approvato l’individuazione delle due nuove sedi farmaceutiche.

<< Il Comune di Roseto, rappresentato e difeso dall’avvocato Patrizia Cartone>>, si legge in una nota del municipio, << si è costituito in entrambi i ricorsi per difendere gli interessi dell’ente, sollevando le eccezioni di improcedibilità e infondatezza che sono state accolte in pieno >>. Il Tar ha dunque giudicato corretto legittimo l’operato dell’amministrazione comunale rosetana, a fronte delle evidenti esigenze della popolazione delle zone dove sorgeranno le due nuove farmacie.

<< Sono molto soddisfatto >>, sottolinea il sindaco Enio Pavone, << perché il tribunale ha confermato la piena legittimità e la correttezza dell’iter individuato e seguito dal Comune nel cercare di venire incontro alle esigenze della popolazione e non agli  interessi dei singoli >>. L’obiettivo principale del Comune era quello di dotare i due territori, Cologna Paese e quello del Borsacchio, di un servizio essenziale del quale erano sprovvisti.

<< In particolare>>, aggiunge il primo cittadino, << la collocazione di una nuova farmacia nel territorio di Cologna Paese va incontro alle richieste che ci erano state presentate proprio dal Consiglio di quartiere. Si tratta, a mio avviso, dell’ennesima dimostrazione dell’utilità e dell’importanza di questi organi che stanno lavorando per il bene dei propri territori >>. In una prima fase i punti dove impiantare le nuove farmacie erano stati individuate in zone più centrali, più precisamente all’altezza di piazza Ungheria e via Giotto, ma in seguito si è scelto di privilegiare la frazione di Cologna Paese e il quartiere Borsacchio, una zona residenziale in forte espansione. Nel frattempo è stata venduta per un milione e 400 mila euro la farmacia comunale, da qualche mese gestita dal nuovo proprietario.

La somma incassata dal Comune sarà destinata alla realizzazione di opere pubbliche strutturali.

(f.ce.)

Sabato 8 Febbraio 2014, Il Centro
Imu per terreni non edificabili. In sei fanno causa al Comune

Le aree a ridosso di via Cavoni sono sottoposte a vincoli idrogeologici: secondo i proprietari l’amministrazione deve renderle definitivamente agricole e restituire i soldi dell’imposta

Giulianova

Pagano l’Imu per il possesso di terreni edificabili, ma che in realtà non lo sono, dato che sono compresi nel parco territoriale, cioè una zona collinare sottoposta a vincolo idrogeologico. Per questo sei cittadini giuliesi, rappresentati dai legali Patrizia Cartone e Pier Francesco Manisco, hanno presentato una diffida al Comune nella quale si danno 30 giorni di tempo all’amministrazione per fare chiarezza sulla destinazione dei terreni in questione e risolvere l’anomalia. Da anni Luisa Calabrese, Renato D’Ascanio, Loreta Potacqui, Emilio Lattanzi, Tiziano Orfanelli ed Aldo Moretti sono tassati per il possesso di terreni edificabili sui quali, però, non possono costruire.

Le aree sono collocate a ridosso di via Cavoni, comprese nel parco territoriale, destinate a zona C4 e inserite in zona F5. Nella diffida viene evidenziato come per la sottozona C4 sia prevista, per il futuro, la redazione di un piano particolareggiato di iniziativa pubblica, mentre per la zona F5 che il piano territoriale comprenda la collina di Giulianova con discipline urbanistiche diverse, alcune oggetto di esproprio per utilizzazione pubblica, altre con una limitata edificabilità condizionata alla cessione a titolo gratuito di una parte dell’area. I cittadini denuncianti fanno notare che, per legge, le prescrizioni del Prg che prevedevano l’assoggettamento di beni a vincoli preordinati all’espropriazione o che comportino l’inedificabilità, perdono efficacia qualora, entro cinque anni dall’approvazione del Prg, non siano approvati i relativi piani particolareggiati o autorizzati i piani di lottizzazione convenzionata. I 6 autori della diffida evidenziano anche la decadenza del vincolo nel caso in cui l’ente non provveda alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera entro 5 anni dall’approvazione del Prg e che, scaduti i vincoli urbanistici, l’area diviene inedificabile. Insomma, contestano all’amministrazione l’imposizione del vincolo espropriativo ed evidenziano che ad oggi il Comune non ha approvato alcun piano attuativo, non ha adottato varianti specifiche né manifestato la volontà politica di procedere in tal senso. I denuncianti fanno notare, infine, come un’ area per divenire edificabile debba possedere tale vocazione, cosa che non avverrebbe nel caso in esame.

Pertanto il Comune viene accusato di aver ritenuto sussistente un vincolo sui terreni del parco territoriale, non solo rendendoli non commerciabili, ma imponendo il pagamento dell’Imu nonostante non fossero utilizzabili sotto il profilo edificatorio. I cittadini esortano l’amministrazione ad approvare il piano particolareggiato nella zona C4 del Prg secondo le limitazioni edificatorie prescritte nelle norme tecniche d’attuazione, retrocedendo i terreni a destinazione agricola, secondo quanto previsto dalla salvaguardia ambientale della zona, e alla restituzione dei tributi finora percepiti.

Sandro Petrongolo