Venerdì 18 Marzo 2016, il Messaggero "Uffici postali chiusi. Il Comune vince al Tar"
Roseto
Davide batte Golia anche a Roseto. L’Amministrazione ha convocato ieri una conferenza stampa, per annunciare la vittoria al Tar dell’Aquila del piccolo comune contro il colosso Poste Italiane.
L’oggetto del contendere? I due uffici postali delle frazioni di Montepagano e Cologna Paese, che avrebbero dovuto chiudere il 5 settembre 2015 e che invece, dopo una prima sospensiva, resteranno definitivamente aperti. Il tribunale ha sentenziato dopo aver analizzato nel merito il ricorso presentato dalla giovane avvocata Patrizia Cartone, che a 32 anni può inserire nel curriculum una vittoria che è la prima nel suo genere ed è probabilmente destinata a creare un precedente a livello nazionale. Già, perché la società Poste Italiane nell’ambito di un piano di riassetto, voleva chiudere nel 2015 bene 19 uffici postali in Abruzzo, di cui 7 nella provincia di Teramo. Coraggioso e lungimirante fu il consigliere comunale di maggioranza Attilio Dezi, che presentò una risoluzione nel corso dell’assise civica del 10 febbraio 2015, facendo riferimento a una delibera dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che poneva limiti alla chiusura degli uffici postali ubicati in zone particolarmente periferiche o disagiate. La risoluzione impegnava il sindaco a intervenire nei confronti dei vertici di Poste Italiane, utilizzando ogni supporto a livello politico regionale e nazionale.
Il Documento
Il Documento fu votato però dai soli consiglieri di maggioranza, come ha ricordato ieri Enio Pavone, ben attento a non far salire sul carro del vincitore le opposizioni impegnate in campagna elettorale. Dunque una vittoria solo del centrodestra, che ha ringraziato l’avvocata Cartone e i consigli di quartiere di Montepagano e Cologna Paese, attraverso i presidenti Liberatore Merlitti e Livio Bonaduce, per il prezioso supporto.
L’Amministrazione ha poi annunciato che il passo successivo sarà incontrare i dirigenti locali di Poste Italiane per implementare i servizi offerti dai due uffici, in modo da renderli sempre più utili ai residenti. La società potrà presentare ricorso, ma intanto è stata condannata, essendo soccombente in giudizio, pure a rifondere 650 euro di contributo unificato. Gli anziani delle due frazioni, da ieri sono più sereni.
Luca Maggitti
Venerdì 18 Marzo 2016, Il Centro"Il Tar tiene aperti due uffici postali"
Roseto vince la sua battaglia per Montepagano e Cologna Paese. Pavone:<< Una sentenza che farà giurisprudenza>>
Roseto
<>. È il soddisfatto commento del sindaco Enio Pavone alla sentenza del Tar dell’Aquila (la n°147 del 16 marzo 2016) in virtù della quale gli uffici postali di Montepagano e Cologna Paese potranno restare aperti. Il tribunale amministrativo ha quindi accolto il ricorso presentato un anno fa dall’avvocato Patrizia Cartone per conto del Comune di Roseto.
Il braccio di ferro tra l’amministrazione rosetana e i vertici di Poste italiane è iniziato dal momento in cui c’erano state le prime avvisaglie delle possibili chiusure che avrebbero interessato 19 uffici postali in Abruzzo, sette dei quali nel Teramano. Il primo passo è stata una risoluzione del consiglio comunale, votata dalla maggioranza, con la quale si dava mandato al sindaco di mettere in campo ogni azione utile per evitare la chiusura dei due sportelli. A supporto delle varie azioni ufficiali, si è costituito un comitato cittadino che ha dato vita a una serie di proteste sempre con lo stesso obiettivo.
<< Siamo qui a celebrare un risultato importantissimo per Roseto, ma non solo>>, ha sottolineato il sindaco, << che testimonia come questa amministrazione abbia sempre lottato per mantenere attivi e fruibili i servizi su tutto il territorio, a differenza di chi invece si ricorda delle frazioni solo ogni cinque anni>>. << Non era una battaglia facile >>, ha commentato l’avvocato Cartone, << anche perché c’era un precedente negativo proprio al Tar dell’Aquila nei riguardi di un piccolo comune dell’aquilano, ma il collegio, dopo aver respinto tutte le eccezioni preliminari promosse da Poste Italiane, aderendo alle tesi esposte nelle nostre memorie difensive, ha dichiarato fondato il ricorso con riferimento al dedotto difetto di motivazione, essendosi limitati a comunicare il provvedimento di chiusura solo con decisioni frutto di un piano di efficientamento che non ha approfondito le problematiche e le esigenze locali, peraltro emerse durante l’incontro del 23 febbraio 2015 tenutosi tra l’azienda ed il Comune>> .
Nel presentare il ricorso è stata fatta presente una serie di aspetti non secondari, tra cui la distanza delle due frazioni dal centro di Roseto, i collegamenti difficoltosi a causa dei pochi mezzi pubblici, la presenza di numerose persone anziane. Le spese sono state compensate dal collegio ad eccezione del contributo unificato di 650 euro che dovrà essere rifuso da Poste Italiane al Comune di Roseto .
<< Questo per noi è solo un primo passo>>, ha commentato il consigliere comunale Pietro Enzo Di Giulio, <>.
Federico Centola
Venerdì 18 Marzo 2016, La Città "Salvi gli uffici postali di Cologna e Montepagano"
Il Tar accoglie il ricorso e impone a Poste Italiane di tenere aperti gli sportelli nei due borghi rosetani
Roseto – Restano aperti gli uffici postali di Montepagano e Cologna Paese. Il Tar de L’Aquila, con la sentenza del 16 Marzo ha infatti accolto il ricorso presentato circa un anno addietro dal Comune di Roseto Degli Abruzzi contro la chiusura degli uffici postali nelle due importanti frazioni rosetane. >. Il Sindaco Pavone ha infatti ricordato che nel corso del Consiglio comunale del 10 febbraio 2015, all’indomani delle prime avvisaglie di queste possibili chiusure che avrebbero interessato 19 uffici postali in Abruzzo, di cui 7 nel teramano, fu votata una importantissima risoluzione, con i soli voti della maggioranza, che lo impegnava a perseguire “ ogni azione necessaria a intervenire nei confronti dei vertici di Poste Italiane, anche attraverso il coinvolgimento della Regione Abruzzo e dei Parlamentari eletti nella nostra provincia, affinché gli organi di governo nazionali si attivassero immediatamente per evitare questa ulteriore spoliazione del nostro territorio attraverso la probabile ed annunciata chiusura degli uffici postali di Montepagano e Cologna Paese”. << Oggi siamo qui a celebrare un risultato importantissimo per Roseto degli Abruzzi, ma non solo, che testimonia come questa Amministrazione abbia sempre lottato per mantenere attivi e fruibili i servizi su tutto il territorio, a differenza di chi invece si ricorda delle frazioni solo ogni cinque anni – ha concluso il Sindaco Pavone – Gli uffici postali sono un servizio essenziale all’interno di una comunità e noi questo lo sappiamo bene, per questo abbiamo lottato, con coraggio ed atti concreti, anche quando qualcuno ci diceva che sarebbe stata una battaglia inutile, per scongiurare questa chiusura e oggi possiamo dire, con grande gioia, che si tratta dell’ennesimo importante risultato centrato da questa Amministrazione che non si fermerà qui e anzi lavorerà per implementare i servizi dei due uffici postali, per il bene dei residenti dei due borghi>>. Nel presentare il ricorso avvocato ed Amministrazione hanno fatto presenti tutta una serie di aspetti non secondari per perorare la loro richiesta, tra cui la distanza delle due frazioni collinari da Roseto capoluogo, la situazione viaria tutt’altro che agevole, i collegamenti, la presenza di numerose persone anziane e la storicità e la tipicità dei due borghi rosetani. Infine, in ragione della novità della questione e della natura della controversia, le spese sono state compensate dal Collegio ad accezione del contributo unificato di 650,00 euro che dovrà essere rifuso da Poste Italiane, che è risultato soccombente, al Comune di Roseto degli Abruzzi, risultato vittorioso. Una decisione che, a quanto pare, farà da apripista anche per la salvezza degli altri uffici postali in provincia a rischio chiusura.
Venerdì 11 Settembre 2015, Il Centro"Nuova udienza anche per le Poste"
Restano ancora aperti, per il momento, gli uffici postali di Montepagano e Cologna Paese. Nella mattinata di ieri, infatti, il Tar dell’Aquila ha pubblicato l’ordinanza cautelare con la quale viene prorogato il decreto di sospensione del provvedimento di chiusura dei due uffici postali.
Una nuova udienza è stata fissata per il 7 ottobre.
<>, sottolinea il sindaco Enio Pavone, << questi importanti uffici postali resteranno per il momento aperti e ringraziamo per questo l’intelligente opera dell’avvocato Patrizia Cartone che sta difendendo gli interessi del Comune di Roseto. Restiamo fiduciosi anche nell’esito del merito perché il buon senso e gli interessi della collettività e delle fasce sociali più deboli prevalgono sui freddi numeri ragionieristici>>. (f.ce.)
Giovedì 02 Gennaio 2014, Comunicato Stampa "Sito del Comune di Roseto"
Roseto. Il Tar Abruzzo L’Aquila, con le sentenze 52/2014 e 56/2014 dello scorso 23 gennaio, ha dato ragione al Comune di Roseto riguardo l’individuazione delle due nuove sedi farmaceutiche in località Borsacchio e Cologna Paese.
Il Tribunale ha cosi respinto i ricorsi promossi dalle Farmacie Chierichetti ed Eredi Di Bonaventura alla delibera di Consiglio Comunale n. 57/2012, con cui il Comune di Roseto aveva approvato l’individuazione delle due nuove sedi farmaceutiche sul territorio, in base al D.L. 1/2012.
Il Comune di Roseto, rappresentato e difeso dall’avvocato Patrizia Cartone, si è costituito in entrambi i ricorsi per difendere gli interessi dell’Ente sollevando le eccezioni di improcedibilità ed infondatezza che sono state accolte in pieno. In pratica il TAR ha giudicato corretto e legittimo l’operato dell’amministrazione a fronte delle evidenti esigenze della popolazione. “Sono molto soddisfatto perché il Tribunale ha confermato la piena legittimità e la correttezza dell’iter individuato e seguito dal Comune nel cercare di venire incontro alle esigenze della popolazione e non agli interessi dei singoli”, sottolinea il sindaco di Roseto, Enio Pavone.
“L’obiettivo era quello di dotare i due territori di Cologna Paese e del Borsacchio di un servizio essenziale del quale erano sprovvisti. In particolare la collocazione di una nuova farmacia nel territorio di Cologna Paese va incontro alle richieste che ci erano state presentate proprio dal Consiglio di Quartiere: si tratta, a mio avviso, dell’ennesima dimostrazione dell’utilità e dell’importanza di questi organi che – conclude il primo cittadino – stanno lavorando per il bene dei propri territori”.
Sabato 25 Gennaio 2014, Il Centro"Via libera del Tar a due nuove farmacie"
Roseto, respinto il ricorso di due farmacisti. Saranno aperte a Cologna Paese e in zona Borsacchio
Roseto
Fumata bianca per due nuove farmacie a Roseto. Il Tar ha infatti giudicato legittimo l’operato dell’amministrazione con cui il Comune di Roseto aveva deciso l’apertura di due nuove sedi farmaceutiche sul territorio, più precisamente in località Borsacchio e Cologna Paese. Il tribunale amministrativo regionale ha cosi respinto i ricorsi delle farmacie Chierichetti ed eredi Di Bonaventura contro la delibera del Consiglio con cui il Comune aveva approvato l’individuazione delle due nuove sedi farmaceutiche.
<< Il Comune di Roseto, rappresentato e difeso dall’avvocato Patrizia Cartone>>, si legge in una nota del municipio, << si è costituito in entrambi i ricorsi per difendere gli interessi dell’ente, sollevando le eccezioni di improcedibilità e infondatezza che sono state accolte in pieno >>. Il Tar ha dunque giudicato corretto legittimo l’operato dell’amministrazione comunale rosetana, a fronte delle evidenti esigenze della popolazione delle zone dove sorgeranno le due nuove farmacie.
<< Sono molto soddisfatto >>, sottolinea il sindaco Enio Pavone, << perché il tribunale ha confermato la piena legittimità e la correttezza dell’iter individuato e seguito dal Comune nel cercare di venire incontro alle esigenze della popolazione e non agli interessi dei singoli >>. L’obiettivo principale del Comune era quello di dotare i due territori, Cologna Paese e quello del Borsacchio, di un servizio essenziale del quale erano sprovvisti.
<< In particolare>>, aggiunge il primo cittadino, << la collocazione di una nuova farmacia nel territorio di Cologna Paese va incontro alle richieste che ci erano state presentate proprio dal Consiglio di quartiere. Si tratta, a mio avviso, dell’ennesima dimostrazione dell’utilità e dell’importanza di questi organi che stanno lavorando per il bene dei propri territori >>. In una prima fase i punti dove impiantare le nuove farmacie erano stati individuate in zone più centrali, più precisamente all’altezza di piazza Ungheria e via Giotto, ma in seguito si è scelto di privilegiare la frazione di Cologna Paese e il quartiere Borsacchio, una zona residenziale in forte espansione. Nel frattempo è stata venduta per un milione e 400 mila euro la farmacia comunale, da qualche mese gestita dal nuovo proprietario.
La somma incassata dal Comune sarà destinata alla realizzazione di opere pubbliche strutturali.
(f.ce.)
Sabato 8 Febbraio 2014, Il Centro"Imu per terreni non edificabili. In sei fanno causa al Comune"
Le aree a ridosso di via Cavoni sono sottoposte a vincoli idrogeologici: secondo i proprietari l’amministrazione deve renderle definitivamente agricole e restituire i soldi dell’imposta
Giulianova
Pagano l’Imu per il possesso di terreni edificabili, ma che in realtà non lo sono, dato che sono compresi nel parco territoriale, cioè una zona collinare sottoposta a vincolo idrogeologico. Per questo sei cittadini giuliesi, rappresentati dai legali Patrizia Cartone e Pier Francesco Manisco, hanno presentato una diffida al Comune nella quale si danno 30 giorni di tempo all’amministrazione per fare chiarezza sulla destinazione dei terreni in questione e risolvere l’anomalia. Da anni Luisa Calabrese, Renato D’Ascanio, Loreta Potacqui, Emilio Lattanzi, Tiziano Orfanelli ed Aldo Moretti sono tassati per il possesso di terreni edificabili sui quali, però, non possono costruire.
Le aree sono collocate a ridosso di via Cavoni, comprese nel parco territoriale, destinate a zona C4 e inserite in zona F5. Nella diffida viene evidenziato come per la sottozona C4 sia prevista, per il futuro, la redazione di un piano particolareggiato di iniziativa pubblica, mentre per la zona F5 che il piano territoriale comprenda la collina di Giulianova con discipline urbanistiche diverse, alcune oggetto di esproprio per utilizzazione pubblica, altre con una limitata edificabilità condizionata alla cessione a titolo gratuito di una parte dell’area. I cittadini denuncianti fanno notare che, per legge, le prescrizioni del Prg che prevedevano l’assoggettamento di beni a vincoli preordinati all’espropriazione o che comportino l’inedificabilità, perdono efficacia qualora, entro cinque anni dall’approvazione del Prg, non siano approvati i relativi piani particolareggiati o autorizzati i piani di lottizzazione convenzionata. I 6 autori della diffida evidenziano anche la decadenza del vincolo nel caso in cui l’ente non provveda alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera entro 5 anni dall’approvazione del Prg e che, scaduti i vincoli urbanistici, l’area diviene inedificabile. Insomma, contestano all’amministrazione l’imposizione del vincolo espropriativo ed evidenziano che ad oggi il Comune non ha approvato alcun piano attuativo, non ha adottato varianti specifiche né manifestato la volontà politica di procedere in tal senso. I denuncianti fanno notare, infine, come un’ area per divenire edificabile debba possedere tale vocazione, cosa che non avverrebbe nel caso in esame.
Pertanto il Comune viene accusato di aver ritenuto sussistente un vincolo sui terreni del parco territoriale, non solo rendendoli non commerciabili, ma imponendo il pagamento dell’Imu nonostante non fossero utilizzabili sotto il profilo edificatorio. I cittadini esortano l’amministrazione ad approvare il piano particolareggiato nella zona C4 del Prg secondo le limitazioni edificatorie prescritte nelle norme tecniche d’attuazione, retrocedendo i terreni a destinazione agricola, secondo quanto previsto dalla salvaguardia ambientale della zona, e alla restituzione dei tributi finora percepiti.
Sandro Petrongolo
Mercoledì 30 Maggio 2012, Il Centro"I privati replicano al sindaco Mastromauro sull’avvio del piano ex Foma dopo il pronunciamento del Tar"
I proprietari: l’ex casello non dev’essere abbattuto
Giulianova. << L’abitazione dei Di Battista deve essere lasciata dov’è >>: i proprietari del fabbricato di via del Carso, assistiti dagli avvocati Patrizia Cartone e Marcello Russo, respingono l’ipotesi di esproprio o demolizione che potrebbe profilarsi.
Il sindaco Francesco Mastromauro, infatti, evidenziando come il Tar abbia dato ragione al Comune sul fatto che l’abitazione non interferisca con il piano di recupero ex Foma/Ads, non ha né confermato né escluso che la casa possa essere abbattuta per far posto ad una strada. Questo è quanto previsto da un progetto ( non ufficiale) che prevede un collegamento tra il futuro quartiere che sorgerà nell’ex area industriale di via Trieste ed il sottopassaggio di via Lepanto.
Dove ora è situato l’ex casello ferroviario. << Il Comune dopo il ricorso al Tar ha dichiarato sotto la sua responsabilità che l’immobile non è sottoposto a vincolo espropriativo, chiarendo cosi la natura dell’indicazione prevista con l’approvazione del piano di recupero in questione >>, dichiarano i Di Battista, << occorre precisare che l’ordinanza del Tar non ha sospeso il piano di recupero, che potrà andare avanti con il rilascio degli opportuni titoli edilizi previa la bonifica dell’area, che come noto non è ancora stata completata. Tuttavia l’ordinanza ha previsto che l’immobile è esterno al piano di recupero Foma/Ads e ogni segno cartografico apposto non rappresenta alcun vincolo di natura espropriativa, né tantomeno una previsione di viabilità >>.
I Di Battista invitano a rispettare l’ordinanza del Tar e promettono che, qualora il Comune dovesse adottare << comportamenti illegittimi >>, dovrà risponderne in sede giudiziaria. La vicenda, che sarebbe dovuta giungere ad una soluzione già l’anno scorso, difficilmente avrà una rapida conclusione. (s.p.)
GiuliaViva anno II n°11/2012, settimanale con uscita nel Comune di Giulianova"Salvo l’ex casello ferroviario"
L’ex casello ferroviario che doveva lasciar posto alla strada di accesso al nuovo comprensorio previsto nell’area ex ADS Foma non dovrebbe più essere abbattuto. In questa direzione sembra indirettamente andare la sentenza con cui il Tribunale Amministrativo, cui si era rivolto il proprietario dell’edificio, ha preso atto di una dichiarazione del Comune, secondo la quale “la proprietà del Sig. Di Battista Camillo non è inclusa nel perimetro del piano di recupero”. Sembra perciò da escludere a questo punto, che lo stesso edificio possa essere oggetto di esproprio e di successivo abbattimento da parte del Comune. Se cosi fosse, sarà da rivedere l’intero assetto viario dell’area, che non potendo più trovare sfogo in direzione di via Lepanto, rischia di riversare sua via Trieste l’intero traffico veicolare della zona.
GiuliaViva anno II n°22/2012, settimanale con uscita nel Comune di Giulianova"La mia casa sull’ex casello"
Qualche mese fa questo periodico mi aveva cortesemente dedicato un’intervista nella quale affermavo la speranza di vedere la mia abitazione fuori dal piano ex- Foma- Ads in maniera da poter progettare il futuro della mia famiglia nel luogo in cui avevo sempre desiderato vivere. Molti tra parenti e amici mi avevano sconsigliato di investire ulteriori risorse per ristrutturare completamente l’immobile ma, siccome forse ha ragione chi mi definisce molto testardo e sarà anche perché se mi impunto sono come l’asino, ho deciso che voglio comunque godermi la mia casa sulla quale, tra l’altro, sto pagando un mutuo comprensivo dell’impianto fotovoltaico già istallato.
Ma nel Consiglio comunale del 14 Marzo 2012 sono emerse molte contraddizioni da parte della maggioranza e dell’allora assessore all’urbanistica ; abbiamo sentito dall’assessore che si ipotizzava un percorso alternativo alla strada in uscita dal nuovo quartiere ex- Foma- Ads. Successivamente la maggioranza ha precisato che la strada, al posto del casello esistente, andava comunque realizzata, e che “ o si trova l’accordo o si espropria” (ma su quale presupposto?).
Comunque la nostra proprietà rimaneva, in ogni caso, fuori da piano di recupero.
Quello stesso giorno, il piano di recupero fu approvato dal Consiglio comunale.
In seguito abbiamo letto di tutto sui giornali. Con nostra grande sorpresa, abbiamo trovato una sgradita novità sui documenti che abbiamo richiesto e ritirato a metà aprile all’ufficio tecnico di Giulianova.
In pratica, abbiamo trovato sulla nostra proprietà (metà mia e metà di mio padre) una “ tratteggiatura” che in urbanistica vuol dire “vincolo”. Mi sono consultato con gli avvocati Patrizia Cartone e Marcello Russo e abbiamo deciso di fare l’ennesimo ricorso al Tar (il terzo) per far togliere quel vincolo. Voglio comunque dire, a chi non dovesse saperlo, che per ogni ricorso al Tar bisogna pagare un contributo unificato di 600 euro.
Il ricorso è stato discusso con urgenza il 25 maggio 2012: il Tar ha espressamente obbligato il Comune di Giulianova a togliere il vincolo sulla mia proprietà e a considerarla fuori dal piano come deciso nell’ultimo Consiglio; ad oggi siamo ancora in attesa di vedere se lo tolgono veramente. Sui quotidiani locali abbiamo continuato a leggere di tutto e di più, qualcuno ha affermato che la strada si farà comunque.
Finalmente il 2 giugno mi sono sposato. Attualmente abito nel famoso casello e abbiamo ultimato quasi tutti i lavori.
Un’ultima considerazione: dopo aver sentito tutti gli amministratori affermare di non aver soldi nelle casse comunali, abbiamo appreso che il Comune di Giulianova ha speso 9.438 euro per costituirsi nei ricorsi che noi abbiamo presentato. Speriamo davvero di aver posto fine alla querelle con il Comune e di conservare soltanto un brutto ricordo.
Nicola Di Battista